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L'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria
nei confronti della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani e
dell'Ordine dei medici veterinari della provincia di Torino "per
accertare l'esistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza".
L'istruttoria, spiega una nota di Piazza Verdi, ha preso il via dalla
denuncia di un medico veterinario iscritto all'Ordine della provincia
di Torino, oggetto di tre procedimenti disciplinari, conclusi con la sospensione
dall'esercizio dell'attivita' professionale per tre mesi nel 1996 e per
sei mesi nel 1999 e 2004.
La denunciante e' direttrice sanitaria di un ambulatorio veterinario di
un'associazione senza scopo di lucro il cui Statuto prevede, tra l'altro,
la possibilita' di aprire ambulatori veterinari, promuovere la vendita
a soci di prodotti alimentari e non destinati al consumo e organizzare,
con ogni mezzo, qualsiasi iniziativa che possa aiutare i possessori di
animali ad accudirli nel miglior modo possibile.
Tra le attivita' pubblicizzate l'opportunite' di usufruire di prestazioni
medico-veterinarie pagando soltanto un ticket relativo ai servizi forniti.
Al medico era stata contestata dall'Ordine la violazione delle norme contenute
nel codice deontologico approvato dal Consiglio Nazionale in materia di
inderogabilita' di tariffe minime e di pubblicita' sanitaria.
Secondo l'Autorita' le disposizioni contenute nel codice deontologico
dei medici veterinari restringono l'autonomia dei veterinari sia nella
fissazione del prezzo delle prestazioni professionali che nell'attivita'
pubblicitaria relativa alle prestazioni stesse. In particolare, le tariffe
minime adottate dall'Ordine dei medici veterinari della provincia di Torino,
obbligatorie in base al codice deontologico, puntano ad uniformare il
livello dei prezzi dei servizi professionali da parte dei veterinari.
Le disposizioni, sottolinea l'Authority, "impediscono dunque agli
utenti di beneficiare di prestazioni a prezzi piu' convenienti di quelli
fissati, sanzionando gli iscritti che non applicano le tariffe stabilite".
Per l'Autorita' si tratta di condotte che appaiono "lesive della
concorrenza" perche' non consentono al professionista di gestire
la piu' importante variabile del proprio comportamento concorrenziale,
rappresentata appunto dal prezzo. Anche i limiti alla pubblicita', per
quanto adottati in applicazione di una legge nazionale, "violano
la concorrenza tra professionisti ostacolando il diffondersi di informazioni
rilevanti per consentire scelte consapevoli da parte dei fruitori dei
servizi".
"Per Pet Corner s'intende uno spazio limitato all'interno di una
struttura veterinaria dedicato alla dispensazione dai propri clienti di
prodotti di supporto all'attività sanitaria, come articoli di parafarmaco,
diete alimentari e attrezzature connesse alla salute animale. La dispensazione
di tali prodotti deve avvenire unicamente all'interno del rapporto clinico
tra veterinario, cliente ed animale, deve essere limitata ai prodotti
connessi alla salute animale e deve avvenire nel rispetto del decoro professionale".
Il medico veterinario può cedere ai propri clienti prodotti attinenti
alla salute ed al benessere degli animali in cura. Detta attività
va comunque svolta in forma diretta e non può essere pubblicizzata.
E’ vietata l’esposizione dei prodotti.
IL PET CORNER E LA DISPENSAZIONE DEL FARMACO NELLE STRUTTURE VETERINARIE [sintesi] [versione integrale]