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Nel vasto panorama legislativo dedicato al tema della protezione dell`ambiente,
l`attenzione maggiore viene prestata ai fenomeni chimici, mentre l`inquinamento
determinato da fenomeni fisici è stato solo di recente preso nella
dovuta considerazione (si pensi, ad esempio, all`interesse ora suscitato
dal fenomeno del cosiddetto elettrosmog, determinato dall`emissione di
campi magnetici generati da elettrodi ed impianti di radiotrasmissione).
Una situazione analoga si è verificata con riferimento all`inquinamento
acustico, fenomeno che, come ormai riconosciuto unanimemente dalla scienza
medica, è idoneo a provocare effetti sicuramente dannosi per la
salute delle persone.
Come è stato osservato in dottrina (1) con la legge 23 dicembre
1978 n. 833 (legge di riforma sanitaria) veniva preso in considerazione
il problema delle emissioni sonore negli ambienti di lavoro, abitativi
e nell`ambiente esterno.
Maggior attenzione al problema, al contrario, veniva prestata dalla normativa
comunitaria attraverso l`emanazione di numerosi provvedimenti (2).
Sebbene la salvaguardia dell`integrità psicofisica dei lavoratori
con riferimento all`inquinamento acustico sia disciplinata da norme specifiche
(art. 24 D.P.R. 303/56 e D.L.vo 15 agosto 1991 n. 277) è tuttavia
solo con il D.P.C.M. 1 marzo 1991 che per la prima volta venne preso in
considerazione in modo organico l`inquinamento da rumore negli ambienti
abitativi e nell`ambiente esterno fissando i limiti massimi di esposizione.
Tali disposizioni, ancora efficaci, venivano peraltro emanate in via transitoria
in attesa dell`emanazione della legge-quadro sull`inquinamento acustico...
tratto da INQUINAMENTO
ACUSTICO E TUTELA PENALE di Luca Ramacci
VALUTAZIONE DELLA
TOLLERABILITA’ AL RUMORE (proposte metrologiche)